IL CIELO DI MATTEO
VIDEOCONFERENZA DEL 30 MARZO 2021 CON IL GOVERNATORE DELLA REGIONE PIEMONTE DOTT. ALBERTO CIRIO E LA GIUNTA REGIONALE
PRESENTAZIONE
Mi chiamo Franco Trento presidente dell’associazione IL CIELO DI MATTEO, associazione in memoria di mio figlio Matteo Trento, morto tre anni fa, dopo 457 giorni di ospedale per un’emorragia celebrale, aveva 25 anni.
Con questa associazione, nata nel dicembre del 2019, portiamo un sorriso ai bambini, bambini malati e bambini disabili. IL nostro progetto viene sviluppato mostrando il mondo degli animali (con animali veri e materiale del mondo animale), la natura, gli habitat, l’ambiente, l’inquinamento in tutti i posti dove ci è possibile agire, cercando di portare aiuto e un po’ di serenità. No pet therapy no didattica …ma riflessioni
Siamo presenti in questo momento con collegamenti live, in remoto, con “Casa UGI”, per il Regina Margherita, con “La casa di Leo”, per il papa Giovanni XXIII, con “Sant Eusebio” di Carezzano e con alcuni ragazzi disabili nelle proprie abitazioni.
A marzo 2020, in pieno covid, oltre a queste attività, quando le mascherine chirurgiche erano introvabili, abbiamo fornito quasi 1.000 mascherine ai genitori di ragazzi disabili; abbiamo donato sacchetti contenenti della spesa a chi era in difficoltà;
a settembre con l’inizio delle scuole, dove c’era difficoltà a reperire mascherine e termoscanner, abbiamo fornito alle scuole di Moncalvo, di Terruggia, al RSA di Casorzo e tante persone che non riuscivano a reperirle, i dispositivi necessari;
nel periodo di Natale abbiamo ideato un sistema estremamente sicuro, per portare Babbo Natale dal vivo presso RSA, strutture e ospedali pediatrici, case famiglia: abbiamo distribuito circa 520 doni per regalare e far vivere il Natale a quanti più bambini abbiamo potuto; abbiamo fornito al CAV di Moncalvo e al Cav di Alessandria 50 confezioni regalo a testa con 1 pacchetto di caffè lavazza e un kg di zucchero
stiamo aiutando la San Vincenzo rifornendo pasta alimentare per aiutare le persone bisognose e i nuovi poveri: ne abbiamo già consegnati 200 kg e altri 300kg sono in arrivo; abbiamo consegnato 300 camici usa e getta in Casa UGI.
Tutto questo in modo completamente gratuito.
Quando molti si limitavano a criticare, anche sui social media, chi in quel momento cercava di dare il più possibile come la regione, noi, in silenzio, ci siamo rimboccati le maniche, dicendoci:
“Bisogna aiutare e non solo criticare.
Aiutare a salvaguardare sempre di più il benessere dei nostri figli,
delle persone e ragazzi che soffrono”.
Per questo vivendo, tastando quello che è, in questo momento, il problema infanzia e disabilità, prendendo informazioni sparse nei vari ambienti della regione ma anche fuori da essa, abbiamo deciso di scrivervi e richiamare la vostra attenzione.
Tutto questo non in modo sgarbato o pretenzioso, ma con l’intento di aiutare la cittadinanza della nostra regione, in un momento difficile, dove le cose ormai si sovrastano; aiutare a mantenere l’attenzione sui bambini e disabili, che stanno soffrendo, purtroppo, un brutto momento che ormai, da più di un anno, gli stà portando via la serenità, l’infanzia e quei sogni da bambini che, da dopo i 14 anni, cominciano a sfumare via quando comincia la dura scalata della vita.
Se penso alla breve vita di Matteo, dove gli ultimi anni sono stati segnati dallo studio e dal duro lavoro come, prima aiuto chef, e dopo come chef in grandi ristoranti, se nella sua fanciullezza gli fossero stati portati via due anni di giochi, abbracci, amici, compleanni, cinema, natali …. tutta la vita di mio figlio sarebbe stata di una tristezza enorme …finita tragicamente.
Tutti sappiamo cos’è la vita, cosa succede e come sembrano lontane, distanti da noi situazioni che appartengono solo alla televisione, ma nel giro di 5 minuti ti ritrovi dentro e ti trovi nel momento più duro e difficile che un genitore, un essere umano si possa trovare.
Chi ce lo può dire nella vita cosa può succedere, cosa può capitare, si spera sempre tutto bene ma sappiamo che purtroppo gli incidenti che capitano ai giovani sono tanti con conseguenze alle volte molto catastrofiche, dalla morte, alla disabilità: allora mi chiedo perchè dover togliere, magari ad una vita breve, ancora degli anni, volutamente e penso che se l’infanzia, il sogno dove i bimbi pensano di vivere nel bosco magico o nelle loro fantasie, quell’infanzia che dura dai 5 ai 12/13 anni, per poi entrare nel mondo e nel sistema, perché noi non facciamo nulla per cercare di alleviare questi anni, questo tempo che per loro sta svanendo: credo che due anni di fanciullezza persa, sia paragonabile a 15 anni dei nostri da adulto.
Creare stimoli ai bambini ,pensate che anche negli animali si creano stimoli per farli interagire
Punto 1 ) I Bambini
Tutti parlano del ritorno alla normalità, del poter andare in giro a divertirsi, liberi, del poter andare a mangiare le pizze ecc…
Ma quante volte sentite parlare del ritorno alla normalità per i bambini o per i disabili? …poco, niente. Tutti pensano che il bambino non soffra, che per il bambino il ritorno alla normalità sia automatico, che il bambino non si accorga di nulla e non capisca nulla, ma purtroppo non è così: su di loro, oltre che gravare la mancanza del gioco, dell’interagire, del sogno, grava anche ormai la vita stressata, nervosa e psicologicamente a terra dei genitori.
Quanti bambini vivono e vivranno situazioni come veder genitori litigare, che si separano o, peggio ancora, genitori che piangono perché, essendo in ristrettezze economiche, devono tagliare giochi per poter mangiare, e quant’altro ai bambini? …TANTI!
Per questo se un giorno questo covid finirà, e ad oggi nessuno è capace di dirlo, per i bimbini il ritorno alla normalità sarà lungo, avrà modificato le loro abitudini, le loro percezioni di una vita “normale” … per tutto questo, dopo il rientro a scuola, dopo la zona rossa, bisogna fare qualcosa per aiutarli in questo cammino e questo qualcosa non dovrà essere, un giorno, gli psicologi.
Può essere che il pensiero di molti sia che non tutti i bambini saranno così sensibili, ma l’errore stà proprio nel pensare che “non tutti saranno”: cominciamo col pensare tutti saranno e poi, chi sarà meno sensibile, ne uscirà prima, ma non deve vigere la legge della natura, che il più forte và avanti e il più debole rallenta o si ferma.
Nessun bambino al mondo dovrebbe soffrire per colpa di altri esseri umani e pensare che un bambino soffrirà per quello che oggi stiamo passando, sarà un po’ colpa nostra se non cerchiamo di aiutarli, perché in questa pandemia non si sono trovati causa loro e loro sono indifesi, per colpa di tutti noi, inconsapevolmente e non voluta, ma è così.
Punto 2) Le scuole
Le scuole per i bambini sono luoghi, come si dice, “dell’obbligo”.
Per loro la scuola, oltre ad essere il posto dove imparare, è un posto dove ritrovano i compagni, dove giocare con tanti bambini, amici, dove fare aggregazione: nella testa di un bambino viene questo prima, il motivo bello per andare poi quello del dovere finchè, crescendo imparano l’importanza dell’istruzione.
Ora vivono la scuola con mascherine e distanze, un po’ come una leva militare per noi quando si aveva 18 anni, mancano i momenti di gioia, di spensieratezza: proprio in queste scuole, che sono in questo momento i luoghi più sicuri, bisogna ridare ai bambini un po’ di serenità.
Luoghi più sicuri perché gli insegnanti sono vaccinati e perché sono luoghi salvaguardati dall’ingresso di persone che potrebbero contagiare.
Le scuole devono essere, oltre che l’istruzione, in questo periodo, anche accoglienza, gioia, felicità e spensieratezza.
Come, ad esempio, ogni 15 giorni creare un evento, ma non un grandissimo evento anche solo un evento di due ore: ciò creerebbe una pausa da una triste abitudine di distanze e mascherine, oltre che dare felicità ai bambini, daremo felicità anche ai genitori coscienti che c’è qualcuno che cerca di fare qualcosa per la gioia dei loro figli. Inoltre, andando incontro alla buona stagione, oltre che all’interno delle strutture, si possono organizzare incontri all’aperto con attività svolte da professionisti: all’interno si possono portare Clown, artisti circensi, animali adatti all’interno, musicisti adatti a bambini e tanto altro; in luoghi esterni si possono portare sempre con professionisti attività tipo cavallini, caprette, falconeria, dimostrazioni varie, es. vigili del fuoco o esercito. Se ci fossero anche campi sportivi nelle vicinanze, si può far atterrare un elicottero dei carabinieri o dell’esercito che si ferma un’ora e, in quel tempo a disposizione, loro possono vederlo da vicino: Tutto ciò sarà un ricordo per tutta la vita. Dimostrazioni del nostro esercito con cani e cavalli e tante attività: tutto ciò è un esempio. Ricordiamoci che l’esercito italiano, nel mondo, fa attività anche per i bambini proprio per donare un sorriso: pensate avere un giorno a scuola 4 militari in divisa, sarebbe una dimostrazione anche agli adulti come il nostro esercito non deve essere visto solo per difesa o per controllare il covid “ FATE INTERVINIRE L’ESERCITO !!!!” NO …il nostro esercito può essere anche fonte di gioia e tanto altro senza mai essere un gioco. Inoltre l’esercito è formato da persone vaccinate. Tutte le altre persone che intervengono per fare attività con i bambin, se non sono vaccinate, faranno il tampone rapido prima di entrare nei luoghi scelti.
Il plesso scolastico di Castelnuovo Don Bosco adottano già il sistema di fare passeggiate nei boschi, fare l’orto così i bambini imparano, fanno scienze, ma intanto è una giornata di svago: gli insegnanti dicono che trovano molto giovamento sui bambini e più vitalità.
P3) Chi può aiutarvi: un piccolo sacrificio al quale tutti devono partecipare.
I sindaci dei comuni che devono dapprima trovare un accordo con i dirigenti scolastici.
Chi può aiutare tecnicamente e operativamente i sindaci; a chi i sindaci devono dare l’incarico di organizzare dal lato operativo.
Sul territorio c’è una giungla di associazioni, che possono muoversi per l’organizzazione dell’evento e nel trovare i professionisti. Inoltre abbiamo una regione piena di proloco , le attività che svolgono le proloco afferiscono a diverse sfere di intervento turistico , sociale ,culturale, sportivo e poi i comitati vari anche rionali: queste entità, messe assieme, possono sostenere il comune nel lato pratico/organizzativo e poi, come detto prima, abbiamo un esercito che può comunque dare tanto con tanta pace.
Si possono anche organizzare gite, portare i bambini in fattorie o luoghi all’aperto dove possono vedere cose belle, senza però dover chiedere i 5 euro a bambino, in quanto, visto il periodo di crisi per molti genitori, potrebbero anche far rinunciare alla gita il figlio: l’importante è non realizzare laboratori noiosi all’interno, come ad esempio i soliti lavoretti al cartoncino o disegni perché ne hanno la nausea.
Si possono fare aperture di sale cinematografiche all’aperto, riaprire i parchetti gioco, anche solo per alcune ore al giorno controllati da alpini dei vari gruppi presenti sul territorio.
Altri esempi: gruppi di modellisti con elicotteri o aerei che possono farli volare anche nel cortile della scuola, gruppi sbandieratori con chiarine e tamburi, calcio spettacolo acrobatico, esibizioni su trampolino elastico, spettacoli con falconieri o cani da sheep dog che riportano le pecore nei recinti e tanto tanto altro.
La regione può dare il compito ai sindaci di organizzare, con le varie associazioni sul territorio a supporto, queste attività: sono cose che bisogna fare il prima possibile perché non si può arrivare a settembre.
Le cose che si possono organizzare sono infinite, bisogna solo avere voglia di fare.
P4) Gli psicologi e i terapisti della psicomotricità, per far funzionare la terapia, usano l’aspetto ludico, del divertimento perché stimola il bambino a interagire, ad aprirsi, a superare traumi.
Abbiamo richiesto una piccola relazione sugli effetti della pandemia e questa è la loro opinione:
RIFLESSIONI SULLA PANDEMIA E LE RICADUTE SULLA SALUTE PSICOFISICHE DEI BAMBINI
L’impatto che la pandemia ha avuto e sta avendo, soprattutto in questa seconda ondata, sui bambini, sia in quelli che non manifestavano disturbi di alcuna natura prima della fase pandemica, che in quelli che già avevano un disturbo psicofisico, sembrerebbe aumentare.
Si registra una condizione di forte stress per bambini e adolescenti. Nei bambini in età preadolescenziale, quindi fino a 12 anni, si segnala un aumento dei disturbi del sonno e dell’ansia in generale. Quindi sono bambini più irritabili, che dormono meno, dormono male, e che mostrano forti preoccupazioni rispetto alla loro salute ma ancora di più per quel che riguarda la salute dei propri genitori.
Possiamo così pensare a quali siano i fattori di rischio e di protezione in questo periodo così particolare della storia dell’umanità intera rispetto all’infanzia.
FATTORI DI RISCHIO
Il distanziamento sociale
Non avere contatti fisici, reali, con i propri pari impoverisce la “dieta” del nostro cervello emotivo. Nei più piccoli, soprattutto di sesso maschile, l’impossibilità di giochi fisici, resi possibili dagli spazi e dall’appartenenza ad un gruppo, generano irrequietezza e sintomi psicosomatici.
I bambini che sono stati isolati o messi in quarantena durante altre pandemie hanno avuto più probabilità di sviluppare disturbi acuti da stress, disturbi di adattamento e sofferenza. Alcuni dati indicherebbero che il 30% di loro soddisfi i criteri clinici per il disturbo da stress post-traumatico; anche se è presto per ricavare pareri definitivi. Vedere o essere consapevoli di componenti della famiglia gravemente malati e affetti da coronavirus, assistere alla morte di persone care o anche pensare alla propria morte per il virus può causare in bambini e adolescenti ansia, attacchi di panico, depressione e altre malattie mentali. A tutto questo va aggiunto che molti di loro stanno anche vivendo separazioni dei genitori o situazioni familiari difficili.
La mancanza di routine
L’informazione sensoriale ed emotiva che deriva dalla routine delle lezioni, delle difficoltà e delle gioie della scuola, favorisce lo sviluppo sociale ed emotivo del bambino.
La routine scolastica è un meccanismo importante che permette ai giovani di organizzarsi. Anche i bambini di età inferiore ai 2 anni notano l’assenza di assistenti regolari (ad esempio, i nonni) e possono diventare irrequieti e destabilizzarsi, nell’attesa che il loro “ordine” venga ripristinato.
Con le scuole chiuse, i giovani perdono un punto di riferimento e il loro senso di identità potrebbe vacillare. Andare a scuola poteva essere una sofferenza prima della pandemia, ma almeno rappresentava una routine da rispettare. Inoltre, la precarietà e l’incertezza dei provvedimenti presi richiede grandi capacità di adattamento.
L’ansia e l’incertezza legata alla malattia e la paura dei genitori
Anche se gli adulti non si rivolgono quasi mai direttamente ai bambini quando parlano del virus e della pandemia in corso, nella convinzione di proteggerli tenendoli lontani da questi discorsi, i più piccoli sentono lo stesso ciò che si cerca di nascondere. Questo comportamento da parte degli adulti finisce per essere nocivo per i bambini, basti pensare che i giovani con informazioni inadeguate sul motivo per cui sono state adottate misure di quarantena sono risultati più ansiosi. La preoccupazione degli adulti per le implicazioni di COVID-19 potrebbe compromettere la loro capacità di riconoscere e rispondere in modo delicato agli stimoli o al disagio dei più piccoli.
I bambini sono ben sintonizzati con gli stati emotivi degli adulti, e l’esposizione a comportamenti inspiegabili e imprevedibili è percepita come una minaccia, con conseguente stato d’ansia. I bambini più piccoli, tra i 3 e i 6 anni, esposti a livelli elevati di stress e isolamento sono più a rischio di uno sviluppo atipico permanente, poiché il loro cervello è ancora in fase di sviluppo. I sintomi manifestati:
– eccessivo attaccamento
– paura che i membri della famiglia possano contrarre l’infezione
– disattenzione
– continue domande
– irritabilità.
In generale, eccessivo attaccamento, disattenzione e irritabilità sono sempre state considerate condizioni psicologiche degne di attenzione, in tutte le fasce d’età. Il disagio dei bambini e degli adolescenti può anche concretizzarsi in comportamenti esternalizzanti, come aggressività e litigiosità, che vanno a sostituire reazioni più comuni e prevedibili come pianto, tristezza o preoccupazione.
FATTORI DI PROTEZIONE
La scuola risulta essere un forte fattore di protezione per la salute psicofisica dei nostri bambini. La scuola non è solo didattica, anzi, è molto di più, è un’esperienza formativa per tutti i ragazzi. La scuola è il luogo dove i bambini sperimentano relazioni positive, cioè relazioni con i coetanei, spesso mediate da adulti, che hanno una funzione educatrice molto importante.
Essere stati costretti a chiudere questo tipo di esperienze li lascia soli e anche privi di strumenti per compensare le loro ansie e le loro paure.
La salute mentale si basa essenzialmente sulla costruzione di relazioni positive, cioè sull’educazione ad una socialità corretta.
La didattica a distanza modulata invece anche con esperienze di vita diretta e di socialità può avere un ruolo importante.
Dottoressa Patrizia Farello Psicologa dell’infanzia e dell’adolescenza
P5) I ragazzi disabili
I ragazzi disabili hanno avuto un peggioramento della loro condizione di vita.
Il contatto umano è fondamentale per la loro sanità sia fisica, che mentale: si sono ritrovati a poter interagire con i soli famigliari, magari solo con una persona per un lungo periodo, a non avere più attività che li potessero aiutare a sviluppare le loro attitudini: sono, nella maggior parte dei casi, “tornati indietro”, hanno perso dei traguardi che avevano raggiunto, hanno peggiorato la loro condizione fisica (mancanza di fisioterapia, di supporto psicologico, aumento delle crisi di panico, crisi epilettiche, ecc).
Portare le mascherina, la mancanza di contatto fisico crea in molti disagio.
L’interazione tra varie strutture, per progetti collettivi, si sono bloccate, togliendo ai ragazzi stessi, molti amici.
I ragazzi che vivono in comunità, sono ancora “isolati”, senza poter avere dei contatti con l’esterno.
Tutto ciò che in anni di duro lavoro hanno conquistato per la loro vita “autonoma”, se la sono vista scivolare tra le dita.
Per concludere
Se riusciamo in questa impresa, faremmo felici tanti bambini che sapranno affrontare meglio la loro vita.
La scuola, i genitori non accuseranno più che i loro figli sono dimenticati dallo stato: vedere quello che si farà con i loro figli, sarà sicuramente positivo verso la loro psiche e verso la giunta regionale, alla quale non gli si potrà mai dire ”vi siete dimenticati dei bambini”, perché, questo un giorno, vi sarà detto .
Noi come associazione IL CIELO DI MATTEO, io come Franco Trento, presidente dell’associazione, mi rendo disponibile a qualsiasi cosa sia utile fare, a qualsiasi mansione, per realizzare questo progetto che sicuramente è ancora da rivedere e correggere, ma fattibile. La regione PIEMONTE sarà da traino alle altre regioni per prestare attenzione al mondo dei bambini e dei disabili.
Franco Trento
Associazione Promozione Sociale
Il CIELO DI MATTEO